Calcolo dei contributi volontari del lavoratore dipendente
FONTE: laleggepertutti.it – Noemi Secci
Contribuzione volontaria: quando deve essere versata, come si calcola, in che modo contribuisce alla pensione.
Manca poco alla pensione e sei stato licenziato? Oppure hai un contratto part time con uno stipendio basso, quindi i contributi non coprono l’intero anno ai fini pensionistici? Per non allontanare la data di pensionamento, puoi versare i contributi volontari: si tratta di versamenti all’Inps che servono a coprire un periodo non contribuito, o parzialmente contribuito, ai fini della pensione. Non sempre i contributi volontari sono a carico del lavoratore: in diversi casi, l’azienda si fa carico del loro pagamento. Se l’azienda, ad esempio, decide di licenziare un lavoratore in esubero vicino alla pensione, attraverso l’Ape aziendale può pagare i contributi volontari per tutto il periodo che manca alla maturazione della pensione di vecchiaia. Ma a quanto ammonta la contribuzione volontaria? È un costo che il lavoratore può sostenere facilmente? I contributi volontari, oltre ad essere utili per raggiungere la pensione, ne aumentano anche l’importo? Facciamo il punto della situazione: come fare il calcolo dei contributi volontari del lavoratore dipendente, come e dove versarli, in che modo incidono sulla pensione.
Indice
- 1 Che cosa sono i contributi volontari?
- 2 Come si calcolano i contributi volontari?
- 3 Esempio di calcolo dei contributi volontari
- 4 Dove si versano i contributi volontari?
- 5 Autorizzazione al versamento dei contributi volontari
- 6 Quando non si possono versare i contributi volontari?
- 7 Come si versano i contributi volontari?
Che cosa sono i contributi volontari?
I contributi volontari sono dei versamenti interamente a carico del lavoratore, effettuati facoltativamente quando è interrotto o cessato il rapporto di lavoro che ha dato luogo all’obbligo dell’assicurazione Inps Ivs (invalidità vecchiaia superstiti). Servono per coprire, dal punto di vista previdenziale, periodi privi di contribuzione e ad arrivare, dunque, più velocemente alla pensione.
Per poter versare i contributi volontari, occorre l’autorizzazione dell’Inps.
I contributi volontari possono essere anche versati dell’azienda in situazioni particolari, ad esempio per integrare la pensione del lavoratore che ha richiesto l’anticipo pensionistico Ape: parliamo, in questi casi, di Ape aziendale. Il datore di lavoro può anche prevedere un incentivo all’esodo calcolato sulla base dei contributi volontari mancanti al lavoratore per raggiungere la pensione.
Come si calcolano i contributi volontari?
Per quanto riguarda l’ammontare dei contributi volontari, questi devono essere calcolati su base settimanale. Per ottenere l’importo del contributo volontario settimanale, bisogna applicare l’aliquota vigente per i contributi obbligatori (per i dipendenti, generalmente, il 33%, esclusi gli autorizzati precedentemente al 1996, la cui aliquota è pari al 27,87%) alla media della retribuzione imponibile percepita nell’anno precedente alla data di autorizzazione.
In pratica, bisogna considerare l’imponibile Inps dei 12 mesi precedenti indicato nelle buste paga, fare una media, ed applicare all’imponibile medio mensile l’aliquota del 33%. I contributi volontari mensili così calcolati vanno moltiplicati per il numero di mesi che devono essere coperti ai fini della pensione: si arriva così al costo complessivo dei contributi volontari.
Le aliquote da applicare all’imponibile Inps sono differenti, a seconda della categoria di lavoratori presa in considerazione:
- 33% per la generalità dei dipendenti non agricoli; superata una determinata soglia annua di imponibile, all’aliquota del 33% deve essere aggiunto un ulteriore 1%.
- 17,4275% per colf e badanti;
- 23,55% per gli artigiani;
- 23,64% per i commercianti;
- 34,23% per i collaboratori;
- 25,72% per i professionisti iscritti alla gestione separata.
L’aliquota, per i dipendenti, è calcolata, comunque, su un minimale, per garantire l’intera copertura del periodo ai fini pensionistici: l’importo minimo della retribuzione settimanale su cui calcolare il contributo volontario, difatti, deve essere almeno pari al 40% del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensione lavoratori dipendenti (Fpld), in vigore nell’anno considerato: per i lavoratori dipendenti, nel 2018 il minimo è di 202,97 euro. Per colf e badanti l’aliquota è calcolata sulla retribuzione convenzionale; per artigiani e commercianti sul reddito medio di impresa degli ultimi tre anni, mentre per co.co.co. e professionisti sull’importo medio dei compensi percepiti nei 12 mesi precedenti, ma con il rispetto di un minimale.
Esempio di calcolo dei contributi volontari
Facciamo un esempio di calcolo dei contributi volontari. Mario, negli ultimi 12 mesi di lavoro, ha un imponibile Inps complessivo pari a 30mila euro. Si dimette (quindi non ha diritto alla Naspi, che garantisce la copertura del periodo con i contributi figurativi) a distanza di 6 mesi dalla pensione. Per coprire il periodo ai fini pensionistici deve pagare i contributi volontari, ma a quanto ammontano?
Per scoprirlo deve eseguire i seguenti passaggi:
- calcolare l’imponibile mensile: 30.000: 12= 2500;
- calcolare i contributi volontari mensili: 2500 x 33%= 825
- moltiplichiamo i contributi mensili per il numero di mesi da coprire: 825 x 6= 4.950
E otteniamo così i contributi volontari complessivamente dovuti.
Dove si versano i contributi volontari?
Per quanto riguarda il versamento dei contributi volontari, questo può essere effettuato, a scelta, in una delle gestioni presso le quali l’interessato risulta iscritto, purché nella gestione prescelta:
- si possiedano almeno 3 anni di contributi (156 settimane) versati nell’ultimo quinquennio;
- in alternativa, si possiedano almeno 5 anni di contributi (260 settimane) versati in qualsiasi periodo.
In assenza di queste condizioni, non è possibile ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari.
Autorizzazione al versamento dei contributi volontari
L’autorizzazione al versamento dei contributi volontari può essere richiesta da chi è disoccupato o in mobilità, fermo restando che non potrà essere effettuato alcun versamento nei periodi coperti da contribuzione figurativa per disoccupazione o mobilità: in pratica, se l’interessato percepisce la Naspi o una diversa indennità di disoccupazione, potrà versare i contributi volontari solo una volta terminato il sussidio, in quanto l’Inps, durante i periodi di disoccupazione indennizzata, riconosce i contributi figurativi.
I lavoratori con contratto di lavoro part time possono essere autorizzati al versamento di contributi volontari, sia per i periodi in cui l’attività non viene prestata, in caso di part time verticale o misto, sia per i casi di part-time orizzontale (prestazione effettuata tutti i giorni, ma con orario ridotto), anche in costanza di rapporto di lavoro.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, questa vale per coprire esclusivamente i periodi posteriori alla stessa (non è possibile, ad esempio, domandare i contributi volontari per coprire un periodo non lavorato relativo ad anni precedenti). L’unica eccezione è costituita dalla facoltà di coprire volontariamente anche i 6 mesi precedenti la domanda: ciò è possibile se nel semestre non è presente alcun versamento contributivo, anche figurativo.
L’autorizzazione è sempre valida e non scade mai: se i versamenti sono interrotti, si possono riprendere in qualsiasi momento, ma non coprono periodi pregressi.
Quando non si possono versare i contributi volontari?
I contributi volontari non possono invece essere versati:
- nei periodi in cui l’assicurato risulta iscritto a forme di previdenza sostitutive, esclusive o esonerative dall’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps;
- nei periodi in cui l’assicurato risulta iscritto alla gestione Inps artigiani, commercianti o agricoltori;
- nei periodi in cui l’assicurato risulta iscritto ad una cassa dei liberi professionisti o alla gestione separata Inps: dato che non è possibile cancellarsi dalla gestione separata, è necessario che non siano attivi il rapporto di collaborazione, o l’attività autonoma, che hanno dato luogo all’obbligo contributivo nella gestione stessa;
- nei periodi successivi alla decorrenza della pensione diretta (sia nel caso in cui sia liquidata dall’Inps, in qualsiasi gestione, sia se liquidata da altri enti previdenziali).
I contributi volontari possono essere invece versati quando è corrisposto l’assegno d’invalidità.
Come si versano i contributi volontari?
I contributi volontari si versano ogni 3 mesi con bollettino Mav inviato dall’Inps.